FABIO MACHIAVELLI / KODE9

INNER_SPACES AUTUNNALE 2025 - ITINERARI INSOLITI

Lunedì, 15 Settembre

h.20.30 Auditorium San Fedele

CONCERTO

FABIO MACHIAVELLI
Split 1
This is my box
Alberto Anhaus, chitarra elettrica preparata, chitarra elettrica disassemblata
Fabio Machiavelli, live electronics

KODE9
Escapology
Live A/V

 

Il concerto inaugurale si apre con una dichiarazione d’intenti forte e inequivocabile nei riguardi della tematica Itinerari insoliti: Split 1 di Fabio Machiavelli, affidato alla performance di Alberto Anhaus, introduce lo spettatore in un universo sonoro e visivo inedito, dove ogni elemento – dal gesto strumentale alla forma del suono – è sottoposto a rielaborazione e trasformazione. L’opera prevede una configurazione strumentale curiosa: una chitarra elettrica disassemblata, una chitarra elettrica preparata, una lira da tavolo elettrificata, un pickup mobile e l’intervento dell’elettronica in tempo reale.
Scrive l’autore a proposito dell’opera: “Per la realizzazione di Split 1 è stata disassemblata una chitarra elettrica. Le componenti disassemblate sono state riorganizzate in nuovi oggetti, in nuovi strumenti in grado di produrre e controllare suoni, alcuni dei quali vicini alla palette sonora della chitarra elettrica originaria, altri particolarmente lontani. Questi nuovi piccoli strumenti vengono riorganizzati in un setup che pone in interazione gli uni con gli altri, permettendo di utilizzarli tutti contemporaneamente, così come si farebbe con le stesse componenti qualora facessero ancora parte di una chitarra elettrica assemblata.
Il setup è completato da una chitarra elettrica (assemblata) preparata, che fornisce una serie di possibilità che il processo di disassemblaggio e riorganizzazione dei nuovi strumenti aveva precluso. Da questo punto di vista, la chitarra elettrica disassemblata e la chitarra elettrica preparata si orchestrano l’un l’altra durante tutto il brano, mantenendo una coerenza sonora derivata sia dall’origine comune dei materiali utilizzati (intesi sia come materiali fisici, sia come materiali sonori), sia dall’utilizzo di tecniche esecutive comuni appositamente elaborate”.
Ciò che viene immediatamente messo in gioco è la nozione stessa di strumento musicale come entità chiusa e definita. Machiavelli non si limita a comporre per strumenti esistenti: egli inventa strumenti nuovi, oppure smonta e reinventa quelli tradizionali, rendendoli altro da sé. In questa pratica – che rientra nella cosiddetta nuova liuteria – si saldano la manualità artigianale, l’ingegneria sonora e la visione compositiva: ogni dispositivo sonoro è costruito ad hoc per rispondere a esigenze espressive specifiche, spesso impossibili da soddisfare con i mezzi convenzionali.
In Split 1, l’atto performativo non è più solo esecuzione, ma anche manipolazione fisica della materia sonora. La chitarra elettrica tradizionale viene affiancata da una versione destrutturata e frammentata: le sue parti – corde, pickup, corpo risonante – sono isolate, amplificate e rielaborate digitalmente attraverso l’ambiente di programmazione Max/MSP. Il risultato è un ribaltamento del rapporto tra strumento e performer: non è più lo strumento a guidare l’azione, ma è l’intervento umano a riorganizzare e ridefinire un flusso sonoro instabile, carico di imprevedibilità. La spazializzazione del suono, la nuova gestualità e l’interazione tra acustico e digitale contribuiscono a generare una materia in costante trasformazione, che interroga l’ascoltatore e lo coinvolge in un’esperienza acustica immersiva.
Senza soluzione di continuità, si passa a This is my box, “un brano per uno strumento autocostruito: una scatola, il cui primo utilizzo risale al brano Machines Inside Me del 2023. La scatola funziona come un ambiente risonante per una serie di corpi vibranti, tra cui corde, linguette di legno, barre di metallo, superfici di vario tipo, flautini e ance. Lo strumento è dotato di attuatori elettromeccanici controllati dal computer, che possono ‘suonarlo’ autonomamente, senza bisogno di intervento umano. Il performer umano e quello digitale collaborano così nella produzione e nel controllo del suono, talvolta realizzando tecniche strumentali combinate — cioè agendo entrambi sulla stessa parte dello strumento —, talaltra orchestrandosi a vicenda utilizzando componenti e sezioni differenti della scatola”.

La seconda parte della serata si apre a una dimensione narrativa e politica altrettanto urgente, con la proposta audiovisiva di Kode9 (Steve Goodman), figura cardine della scena elettronica britannica. Con Escapology, Goodman si muove in un territorio ibrido dove il suono diventa linguaggio di fuga e resistenza, colonna sonora di un universo distopico chiamato Astro-Darien: una narrazione fantascientifica che immagina la dissoluzione dell’identità britannica nello spazio post-imperiale.
Fondata su sonorità post-dubstep, ma ampliata in direzione di un’estetica cinematica e ambient futuristica, la composizione si inserisce in un progetto multimediale che include anche un audiolibro – Astro-Darien – e una riflessione filosofica sul rapporto tra tecnologia, cultura e potere. Escapology diventa così un’esperienza immersiva, dove i beat scomposti, i campionamenti vocali e le textures elettroniche articolano un linguaggio di ribellione e disconnessione dalle logiche oppressive del tardo capitalismo tecnologico.
L’accostamento tra Machiavelli e Kode9, per quanto a prima vista sorprendente, trova una coerenza profonda nella loro comune ricerca di alternative – sonore, strutturali, politiche. Entrambi rifiutano l’ovvio, sfuggono la norma, e costruiscono mondi possibili: uno attraverso la reinvenzione materiale degli strumenti, l’altro tramite l’immaginazione distopica di futuri radicali. In questa doppia traiettoria, il concerto inaugurale si configura non solo come evento musicale, ma come dispositivo critico e performativo: un invito ad ascoltare, vedere e pensare al di là dell’abitudine.