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14/04/2012

h.19 Auditorium San Fedele

 

Affreschi Elettronici I

Radiohead (1985)
Treefingers (da Kid A 2000) 3’42
Kid A (da Kid A) 5’

Aphex Twin (Richard David James 1971)
Kladfvgbung Micshk (da Drukqs N.3 2001) 2’

Pierre Henry (1927)
Initiation (da Machine Danse, Seconda Parte 1973) 2’30

Amon Tobin (1973)
Journeyman (da Isam 2011) 6’38

Frederic Kahn (1966)
Longueurs D’ondes / Emérgence (2005) 10’06

Philippe Leguerinel (1976)
1 Dormeurs (2011) 5’18

Pink Floyd (1965-1995)
Signs Of Life (da A Memory Lapse Of Reason 1986-1987) 4’25

Amon Tobin
Calculate (da Isam 2011) 1’32

Brian Eno (1948)
In Dark Trees (da Another Green World 1975) 2’30

Amon Tobin
Piece Of Paper (da Isam 2011) 2’40
Switch (da Permutation 1998) 3’51

Dj Spooky [Paul D. Miller] (1970)
Ftp > Bundle / Conduit 23 (2002) 8’15

Ryoji Ikeda (1966)
One Minute (1997) 1’

Interpretazione acusmatica: Giovanni Cospito

 

Affreschi Elettronici I

Primo dei due programmi sperimentali dal punto di vista della composizione: due affreschi polimorfi con contributi provenienti da diverse correnti di musica elettronica degli ultimi sessant’anni, tra cui la musica acusmatica, il rock progressivo, l’IDM e l’hip hop.
L’idea iniziale dei mixing è venuta dai riferimenti musicali citati da Yorke dei Radiohead nella realizzazione del loro album più sperimentale “Kid A” del 2000, in cui appaiono diversi brani di musica elettronica. Per queste loro composizioni, i Radiohead indicano influenze molteplici che non si limitano all’area del rock sperimentale degli anni ’70 ma toccano artisti dell’IDM attivi dal 1990 (Autechre e Aphex Twin, insieme ad altri autori della Warp Records) ed anche il jazz (Charles Mingus, Alice Coltrane e Miles Davis) come pure l’ambient di Brian Eno e perfino brani strumentali dell’ungherese Gyorgy Ligeti.

INTRODUZIONE
Sulla base di queste informazioni è cominciato il missaggio con il track ambient Treefingers di Radiohead, utilizzato come brano germinale, sorta di adagio introduttivo di un vasto poema elettronico. Le sonorità di Treefingers non provengono dal sintetizzatore ma da una chitarra poi campionate. Nella parte conclusiva si innesta un estratto dell’opera strumentale Atmosphères di G. Ligeti, vicina alla musica elettronica, concepita come un “evento sonoro continuo, paragonabile all’atmosfera che ci circonda, un suono statico, una ininterrotta vibrazione sonora che rimane però uno sfondo sul quale, come nelle pause, non accade nulla”.

TEMA E VARIAZIONI I
Ritornano i Radiohead con il curioso Kid A che sovrappone elementi musicali disparati: un carillon triste e una base ritmica di electro fx su cui entra la voce distorta dal vocoder di Yorke. Viene ancora innestato un passaggio di Atmosphères di Ligeti, con un ampio cluster crescendo, prima di ascoltare un brano gemello a Kid A: Kladfvgbung Micshk di Aphex Twin. In esso si incrociano diverse figure ritmiche tra Bartok e il minimalismo su una base melodica (terza maggiore) ripetuta. Il paesaggio sonoro è coerente, quello del pianoforte preparato. Il risultato: un inquietante incedere di un gamelan giavanese. Tutto questo richiama la Sonata II per pianoforte preparato di John Cage del 1946, scritta 55 anni prima dell’album di Aphex Twin, ma molto più radicale sul piano delle trasformazioni timbriche e ritmiche. Cage crea un nuovo universo sonoro, orientalizza l’Occidente. Anche in Initiation di Pierre Henry si scorge un legame con Kladfvgbung Micshk, questa volta però riguarda la base melodica che introduce il brano, in Aphex Twin era la terza maggiore, in P. Henry è invece la seconda maggiore a innescare una meccanica sonora che mescola suoni concreti, strumentali ed elettronici.
Ultima variazione, più sviluppata delle altre e che conduce in “altri mondi”, è il recente Journeyman di Amon Tobin. Stilemi arcaici, interventi del glockenspiel e sonorità di gamelan aprono tuttavia a sezioni di un’inventività fonica impressionante. Senz’altro tra i musicisti più dotati e completi della galassia IDM, capace di coniugare al sampler l’onirismo felliniano, la tradizione sudamericana, il jazz, il meltin’-pot londinese ed altro, ad Amon Tobin è riservato un posto speciale nei due affreschi elettronici.

ADAGIO TRIPARTITO
Con Longueurs d’ondes / emérgence di Frédéric Khan, sorta di blues lento elettronico, si avvia la parte centrale dell’affresco, un adagio tripartito che comporta due brani acusmatici e uno di rock progressivo. In Dormerus di Philippe Leguérinel e in Signs of Life dei Pink Floyd appare l’elemento acquatico, la distesa delle acque è attraversata da una barca per poi giungere nel ventre immaginario dello scafo (Leguérinel) mentre in Signs of Life il ritmo dei remi apre un percorso da cui emerge un solo di chitarra elettrica ripresa da un fischio.

TEMA E VARIAZIONI II E FINALE TRIPARTITO
L’ultima parte dell’affresco sviluppa gli spunti melodici dei Pink Floyd e dà ampio spazio alle proposte di Amon Tobin. Il primo brano, molto breve, Calculate, inizia con la dolcezza del carillon, entra poi una sequenza con quinte discendenti e samples distorti di sintetizzatore, la musica prende dimensioni orchestrali. Segue uno dei brani più riusciti di Brian Eno: In dark Trees, di struttura sobria ma l’insieme giunge a una intensità sorprendente. PIece of Paper di Amon Tobin, dopo un inizio con versi mostruosi di animali virtuali e un tema da rituale emerge una melodia semplice e imponente, vicina a un ground di Carla Bley con voci sintetiche. Il finale è dapprima un ironico omaggio al jazz di Duke Ellington (Switch di Amon Tobin), poi, con FTP > Bundle / Conduit 23 di DJ Spooky si va verso un ampio brano che sintetizza tutto l’affresco perché si ritrovano sonorità di tutte le altre musiche. L’ispirazione di fondo è il free jazz però mitigato da un continuum che si sviluppa con lunghi loops. La conclusione è riservata a One Minute di Ryoji Ikeda.