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15/05/2015

h.21 Auditorium San Fedele

 

Laptop Orchestra 1h20Nein

Karlheinz Stockhausen, Setz die Segel zur Sonne 
da Aus den sieben Tagen (1968)

Live on De Natura Sonorum, omaggio a B. Parmégiani

Laptop:
Enrico Pietricola, Fausto Signorelli, Filippo Martini, Giovanni Ferrazzi, Guglielmo Prati,  Jacopo Biffi, Matteo Castiglioni, Niccolò Baldini

Collaboratore tecnico: Filippo Berbenni
Coordinatore: Giovanni Cospito

Robert Henke
Dust – Acusmonium Version 2015

Interpretazione acusmatica: Giovanni Cospito e Dante Tanzi

 

In collaborazione con S/V/N/ e Goethe-Institut Mailand

 

Nella prima parte, la laptop orchestra “1h20Nein” proporrà due esperienze sonore. La prima è un’interpretazione di uno dei 15 brani di Aus den sieben Tagen di K. Stockhausen, opera intuitiva senza partitura, con brevi istruzioni dal linguaggio fortemente evocativo che guidano l’improvvisazione di gruppo. Stockhausen stesso la definì musica che si affida direttamente all’intuizione dei musicisti e, riferendosi a loro, disse: “c’è qualcosa che è possibile creare insieme e che io non posso scrivere”.
Segue una opera collettiva in omaggio alle concezioni audio-plastiche del De Natura Sonorum di B. Parmégiani. L’omaggio fa propria l’idea sonora del musicista francese, scrittura fatta di combinazioni e contrapposizioni per esaltare ed analizzare la natura dei suoni. Suoni naturali e suoni artificiali che, per interazione reciproca, si alternano in una continua metamorfosi.
La “1h20Nein” Laptop Orchestra è un’esperienza d’invenzione e produzione musicale elettronica collettiva basata sul lavoro in rete. Ogni musicista estende il suo laptop con varie tipologie di interfacce adatte alle necessità improvvisative e di interazione live.

La seconda parte del concerto, l’attesa performance di Robert Henke, dall’evocativo titolo DUST che si basa su suoni generati da algoritmi ancorati al principio della “sintesi granulare”. Un viaggio alle frontiere della percezione, per la prima volta presentato in versione spazializzata per l’acusmonium Sator dell’Auditorium San Fedele. Secondo quanto scrive l’autore “Dust è l’esplorazione di tessuti granulari e noise procedendo in un movimento lentissimo che assomiglia quasi a un materiale sonoro statico, frammentato in miriadi di particelle microscopiche. I suoni sono frammenti di processi digitali, rumori accentuati, o registrazioni sul campo; come i suoni degli spruzzi delle onde registrati in Australia su una spiaggia piena di ciottoli, il suono di una tremenda tempesta, o del vapore di una macchina per il caffè, crepitii della scanalatura di un vecchio disco, ronzii e scariche elettriche da un grande trasformatore ecc.
Le trasformazioni sonore creano flussi densi e stratificati di suono, remixato e distribuiti nello spazio durante la performance, riempiendo la stanza lentamente, a volte appena udibile, a volte molto forte, che coprono l’intero spettro sonoro dagli infrasuoni agli ultrasuoni.
Dust si basa su un mio algoritmo di sintesi granulare e può essere presentato in una live perfomance in molti modi, tra cui un numero variabile di canali audio. È stato originariamente composto per una performance nel 2011 presso il ZKM media Teatro di Karlsruhe, in Germania, con una cupola di 32 altoparlanti attorno e sopra il pubblico. Nel 2012 è stata eseguita Hebbel Theater di Berlino”.