Pauline Oliveros (US)

08/04/2024
Bye Bye Butterfly (1965) 8’
I of IV (1966) 20’

ph. Vinciane Verguethen

website

Nata nel 1932 a Houston, in Texas, si avvicina alla musica strumentale in giovane età. Negli anni Cinquanta si sposta a San Francisco, dove inizia le prime sperimentazioni con i registratori a nastro e con strumenti multimediali applicati alla musica elettronica. Gli incisori che, come lei racconta, utilizzava inizialmente per tracciare i suoni della città dal davanzale della sua finestra, hanno dato avvio alla tape music – letteralmente, “musica su nastro”. Da qui il suggerimento nel 1961 di fondare un vero e proprio centro dedicato al genere: il San Francisco Music Tape Center, frutto del sodalizio creativo con i compositori Morton Subotnick e Ramon Sender. Alla fine degli anni Sessanta Oliveros è già un nome, una firma della musica sperimentale. La sua professione si sviluppa anche in ambito accademico, dove viene chiamata a insegnare presso l’Università della California a San Diego. Sperimentazioni e ricerche la conducono nel 1974 alla formulazione delle Sound Meditations, composizioni sonore costituite da istruzioni verbali volte a focalizzare l’attenzione dell’ascoltatore sulla profondità del suono. Le Sound Meditations sono la prima base della sua pratica del Deep Listening. Riprendendo le parole di Oliveros, il metodo consiste nell’”ascoltare in ogni modo possibile tutto il possibile, non importa quello che si sta facendo”. Semplificando il concetto, Oliveros ritiene che per ascoltare veramente e propriamente non bisogna limitarsi ad elementi convenzionali come melodia, ritmo e armonia. L’orecchio e il pensiero devono andare oltre, fino a cogliere gli elementi che circondano la performance, come i suoni dello spazio o il respiro del musicista. La pratica richiede di sapere meditare con il pensiero e percepire i suoni con il corpo al fine di assumere piena consapevolezza dell’ambiente sonoro, sia internamente che esternamente. Nata come fisarmonicista, poi applicatasi al violino, al pianoforte e alla tuba, fino alla strumentazione più inusuale, Oliveros giunge così a un’analisi del suono che attraversa ogni sua più piccola particella.