Jonathan Prager (F)

14/05/2016
Interpreta Bernard Parmegiani

Prager Jonathan inner spaces
Photo by Gaja G. Tyralska

 

Nato a Lione nel 1972, Jonathan Prager è un compositore, insegnante e uno dei pochi interpreti formato alla spazializzazione di opere acusmatiche che fa rivivere con virtuosità e notevole abilità musicale in concerto. Originariamente tecnico del suono, è stato allievo di Denis Dufour e Jean-Marc Duchenne al Conservatorio Nazionale di Lione, poi di Bernard Fort all’ENM di Villeurbanne.
È membro del team del festival Futura [Crest / Drôme] sin dalla sua creazione nel 1993. Dal 1995 titolare principale dell’Acousmonium Motus, ha avuto il tempo di sviluppare un approccio profondo e unico nell’interpretazione delle opere elettroniche in concerto. È anche interprete principale dell’Acmonmonium Mare [Bari, Italia].
Professore associato dal 1998 presso il Dipartimento “composizione e sound design” del Conservatorio Nazionale di Perpignan [classe guidata da Denis Dufour], ha ospitato numerosi workshop, masterclass, e corsi di interpretazione a Perpignan, Lione, Ile-de- Francia, Italia, Cina, Giappone e insegna regolarmente ai corsi estivi di Futura a Crest e Parigi.
Dopo aver contribuito alla modernizzazione dell’attuale versione del grande Acustmonium Motus [Acustmaxi] si è anche dedicato alla progettazione e allo sviluppo di un secondo set di diffusori per sale di dimensioni più contenute [acousmini, la cui guida è assistita da computer]. Si è esibito su più di 600 opere – tra cui una cinquantina di creazioni – e “possiede” un vasto repertorio, che include i classici Pierre Schaeffer, Pierre Henry, Bernard Parmegiani, Luc Ferrari, Jacques Lejeune, Michel Chion, Denis Dufour, Francis Dhomont, Dieter Kaufmann e opere pioneristiche di compositori più giovani. Si è esibito con quasi tutti i dispositivi audio esistenti, come quelli dell’Ina-GRM / Parigi, del GMVL / Lione, di musica e Ricerche / Bruxelles, Mare / Milano, acusmonium Sator, Bari, Cidma … Attraverso la sua intensa attività concertistica, dimostra che una trasmissione viva, sensibile e incarnata del patrimonio acustico internazionale è possibile e difende la necessità di farlo scoprire al pubblico sotto le dita di interpreti qualificati
La sua partecipazione come interprete acusmatico all’interno di un ensemble strumentale è pienamente giustificato nel suo desiderio di riabilitare il notevole repertorio di opere miste [scritte per strumenti e supporto audio simultaneo] proveniente dalle grandi ricerche estetiche e tecnologiche degli anni ’60 fino ai nostri giorni, come ad esempio: Cantate pour elle, di Ivo Malec, Kontakte di Karheinz Stockhausen, Je voulais parler des oiseaux di Denis Dufour, ma anche le opere di Luc Ferrari, François-Bernard Mâche… e finalmente offrire loro quella dimensione spaziale che meritano pienamente.